Autore, fumettista, illustratore, sognatore.
Michele Boccaccio nasce a Feltre, provincia di Belluno, il 31 agosto del 1977. A soli cinque anni si trasferisce a Firenze con la famiglia, un evento che condizionerà la sua infanzia in maniera molto profonda. Con gli anni matura una certa repulsione per la città. Gli mancano gli spazi aperti della sua casa natia, le dolomiti, l’aria pura della montagna, la vita semplice e serena del paese. Probabilmente è proprio questa esperienza che lo porta ad interessarsi di fantasy e fantascienza. La sua grande passione è il fumetto, soprattutto quello europeo e sudamericano degli anni ‘70 e ’80 (Gimenez, Corben, Moebius, Segrelles). A dodici anni scrive la sua prima sceneggiatura per un lavoro di 10 tavole. È molto dotato per il disegno, ma più orientato verso l’illustrazione che verso il fumetto. Nel 1987 entra all’Istituto d’Arte di Firenze, che però non riuscirà a terminare. La sua voglia di creare però accresce di pari passo col suo disinteressamento alle materie didattiche. Il gioco di ruolo lo aiuterà a sondare le sue possibilità creative. Ma il ricordo della sua felice infanzia sulle montagne venete lo turba ancora. Soffre la frenesia della città, l’apatia delle persone. Ha un unico desiderio: tornare a vivere a Feltre, e lavorare a un idea strepitosa per un fumetto. Ne parla con i suoi compagni di gioco. Un grande fumetto…
È il 1997. La scuola non lo interessa più. I suoi voti non gli permettono di proseguire con gli studi. Il gioco di ruolo è il suo nuovo maestro di vita. In questo periodo traccia alcuni soggetti fantasy per delle storie a puntate. Dalla sua fantasia nascono personaggi oscuri, inquieti, che riflettono il suo stato d’animo, la sua sofferenza di adolescente.
Nell’ottobre di quello stesso anno, la notte del 24, il telefono di casa del suo migliore amico squilla all’improvviso. La voce di Michele è calma, sicura. Niente convenevoli. Solamente un paio di parole; “Vado via. Addio!”.
Nessuno lo rivede più. I suoi amici, per un po’ di tempo, pensano che è tornato a Feltre, a lavorare su quell’idea di cui aveva parlato. Ma il tempo passa e di Michele non vi è notizia.
Qualcuno dice che è andato via dall’Italia, e che adesso faccia il madonnaro nelle grandi piazze europee. Altri credono che abbia perso la memoria, e badi a un mandria di pecore sulle dolomiti. Altri ancora sono convinti che si sia fatto prete. Di lui rimangono solo alcune storie, e una splendida leggenda.
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giugno 1, 2008
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