DOVE FINISCE IL NULLA?

di Jonathan Macini

– “Dove finisce il Nulla? Te lo sei mai chiesto?
Beh, il Nulla ha un suo inizio. Per trovarlo basta scavare in profondità, disseppellire qualche banale convinzione, messa lì dalla nostra coscienza, schermare le illusioni del mondo ed ingoiare la paura. Il Nulla incomincia nella pancia, ed è un varco largo appena pochi atomi, ma ampio abbastanza perché la tua anima filiforme riesca passarvici. Oltre il varco niente delimita il Nulla…
La vita è mera distrazione. Da bambino il gioco prende quasi la totalità della tua attenzione, e le cose non cambiano di certo con l’età adulta, anzi. Quello che cambia è le terminologia, così ci ritroviamo a chiamare il gioco con le parole più fantasiose: lavoro, carriera, amore, famiglia, responsabilità, eccetera, eccetera… Comunque lo chiami rimane sempre gioco, ovvero distrazione.
Esistono solo due cose che non hanno a che fare col gioco: la porta che delimita la nostra vita, formata da due superfici opposte che chiameremo nascita e morte, e l’infinito che ci alberga nel quale risiede il Nulla. Ma quale misera parola per descrivere qualcosa di così immenso… Continua a leggere

IL BOSCO

di Jonathan Macini

Dicono che il bosco conosca i segreti. Dicono che abbia occhi nelle fronde degli alberi, e orecchie nelle radici. Io l’ho anche sentito parlare, e la sua voce è il vento che s’incunea tra i rami e accarezza le foglie. Hastur è il suo nome…
D’inverno il bosco è quieto. Il canto dei pochi uccelli è un lamento monotono e privo di significato, un mero impulso istintivo di quelle creature incapaci di abbandonarsi al grande sonno. Il fetore di legno marcio riesce a sopraffare anche il profumo dei sempreverdi, un odore rancido ed antico che mi ricorda la caducità dell’uomo, la sua pochezza di fronte alla vita centenaria di un albero, o a quella secolare di un bosco. Trovo seducente quel verde fosforescente del muschio, che cresce su ogni cosa, come un cancro alieno si espande su alberi e rocce, e anche lui osserva nel tempo del riposo, l’inverno, l’oblio… Continua a leggere

RIGENERATORE DI SANITÀ

di Jonathan Macini

Arrancai verso il deck, le gambe gelatinose e la bava alla bocca. Non ricordavo l’orrore che mi si era presentato, trasformandomi in una sottospecie di ameba paglierina. Solo l’odore di cordite sulle mie dita giustificava le ricariche vuote dello shotgun. Quella cosa, la cui immagine aveva scavato nella mia mente estirpando ogni radice della ragione, doveva aver assaggiato un bel po’ di piombo.
Accesi il processore e afferrai lo spinotto. Indeciso se cercare il plug-in dietro l’orecchio o infilzarmelo nell’occhio destro, scelsi la prima opzione. Il programma iniziò subito a ripristinare i collegamenti tranciati.
Sentii rifluirmi dentro la sanità mentale perduta.

101 Parole

LA CHIAMATA DI CTHULHU

di Jonathan Macini

“O Tu che giaci morto ma eternamente sogni, odi il Tuo servo Ti chiama. Odimi, o possente Cthulhu! Odimi, Signore dei Sogni! Nella Tua Torre a R’lyeh ti hanno imprigionato, ma Dagon infrangerà le Tue maledette catene, e il Tuo Regno risorgerà…”
Li spari interruppero il canto. Una figura sottile era apparsa sotto la volta del santuario, mirando alla testa del sacerdote. Pezzi di cervello e schegge di cranio adornavano adesso l’altare. Si udirono zampettii e strascichi, e l’uomo seppe che non aveva tempo da perdere.
La benzina si rovesciò nei cunicoli del tempio. E il fuoco purificò la notte dagl’incubi.

101 Parole

LA BAMBINA VESTITA DI VIOLA

la-bambina-vestita-di-viola

di Jonathan Macini

Oh, mio dio, perché mi chiedi questo? Forse semplicemente perché non esisti. Perché non può esistere un dio buono che permetta a certe creature di camminare sulla terra. È una follia… Tutto è una follia! Ecco che passa di nuovo sul marciapiede davanti a casa, piccola, innocua nel suo vestitino viola. Stringe la mano della madre e guarda in avanti. Non si muove come una bambina di tre anni. È meccanica, apatica, distante. Due occhioni scuri come le notti senza luna. Lei che non è di questo mondo… Continua a leggere

L’ORRIDO PERSECUTORE

di Jonathan Macini

Il suo nome è Victoria. Piccola, mora, trucco vistoso, look darkeggiante, ma con un’aria da Lolita. Giriamo a vuoto per le vie del centro, con l’autoradio che pompa un misto di techno e acid. Sono le cinque del mattino e presto la città vivrà. Per allora tutto sarà finito.
«Me lo fai un pompino?» le chiedo.
Lei è completamente andata. Un mix esaltante di exstasy e anfe, condito con un paio di mojiti fatti con cura, l’ha trasformata in un’ameba vestita di nero. Mi sorride con denti candidi. Ci siamo conosciuti due ore fa, e un pompino mi sembra un ottimo pretesto per chiudere la serata in bellezza. Continua a leggere

DAMIEN L’ORACOLO

di Jonathan Macini

Cthulhu non abita più gli abissi, ma vaga follemente dentro le spire della rete. Non l’avete ancora avvertito? È come un virus, e ci ha già corrotti tutti!!!
È penetrato dentro di noi, attraverso una porta più sottile e subdola dello stesso Yog Sothoth. Le connessioni coprono ormai tutte le terre emerse, e poi ci sono quelle che viaggiano attraverso l’etere. Si evocano con un semplice click! Come non avete fatto ad accorgervene! Le vostre rabbie taciute, le ripetute incomprensioni, la secrezione del vostro malcontento, il lento insinuarsi della malattia dell’insicurezza. Sono tutte conseguenze dell’opera dei nuovi Grandi Antichi, le Aberrazioni che furono prima dell’avvento dei Primigeni, e che adesso vagano liberamente in questo nuovo mondo di schermi e luci. Continua a leggere