di Gano
Non sono mai stato uno sportivo, anche se devo ammettere che il tennis è un bello spettacolo; pulito e preciso, un gioco di linee e rimbalzi, dritti e rovesci che ha tutta una sua musica. Se poi è giocato dalle signore, con quei loro completini corti, candidi come le confezioni dei confetti, allora ci puoi perdere anche un paio d’ore davanti al maledetto schermo, con la Vecchia Romagna a farti compagnia, la boccia s’intende… Ma il calcio proprio non mi è mai andato giù, per due ragioni in particolare; primo, la versione al femminile praticamente non esiste, secondo, perché non sono mai riuscito a capire come cavolo funziona quel maledetto fuorigioco. Comunque al bar qualche partita la guardo, anche perché la domenica non si scappa, son tutti in prima fila a vedere il campionato. Spesso rimango al banco a far compagnia alla Giorgia, lontano dalle urla degli sciamannati, ma le domeniche in cui la prosperosa figliola di Aldo il barista è di festa, mi aggiro come un’ombra attorno al cuneo di sedie che si forma davanti al vecchio televisore Mivar, volgare anfiteatro dei nostri tempi. Continua a leggere