IL SEME DELL’ODIO

PRELUDIO

– Soldato David Norton –

Non vi hanno mai parlato del macello di Falluja? No, certo che non l’hanno fatto. Maledetti loro! Una festa di sangue di proporzioni inaudite, un evento spregevole superbamente coperto dalle televisioni. Coperto nel senso di sotterrato. Capite, vero?
Ma di macelli laggiù ce ne sono stati tanti, e ce ne saranno ancora. Alcuni di questi non vengono neanche riportati dai giornalisti freelance, mentre altri rimangono segreti. Sono i segreti che migliaia di reclute si portano a casa. Incapaci di credere ai loro stessi gesti, si convincono di non aver mai fatto niente del genere. Sono i semi dell’odio, quelli raccolti oltreoceano e piantati in terra natia. Crescono e mettono i frutti, migliaia di bombe pronte ad esplodere.
Vi parlerò della mattanza alle grotte del deserto, poco fuori Falluja. Quello è un segereto che conosciamo solo io e i miei amici… Tre mesi dopo ho lasciato una volta per tutte quel dannato paese. Coltiverò il mio germoglio a casa mia.
Il mio nome è David Norton, e ho un incarico importante da portare a termine, lentamente, un pezzo alla volta. Volete seguirmi? Volete sbirciare oltre il lenzuolo, quello che ricadendo fa risaltare la sagoma del cadavere? Siete pronti?
Il sipario di sta alzando.
Lo spettacolo ha inizio.

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L’ORRIDO PERSECUTORE

di Jonathan Macini

Il suo nome è Victoria. Piccola, mora, trucco vistoso, look darkeggiante, ma con un’aria da Lolita. Giriamo a vuoto per le vie del centro, con l’autoradio che pompa un misto di techno e acid. Sono le cinque del mattino e presto la città vivrà. Per allora tutto sarà finito.
«Me lo fai un pompino?» le chiedo.
Lei è completamente andata. Un mix esaltante di exstasy e anfe, condito con un paio di mojiti fatti con cura, l’ha trasformata in un’ameba vestita di nero. Mi sorride con denti candidi. Ci siamo conosciuti due ore fa, e un pompino mi sembra un ottimo pretesto per chiudere la serata in bellezza. Continua a leggere

IL SEME DELL’ODIO – Intervista a Jack Lombroso

Jack Lombroso, finalemente. È stato difficile incontrarla. Giri di telefonate, appuntamenti a vuoto … Come mai tutta questa difficoltà?

Chi cerca di fuggire o quantomeno allontanarsi da questa società ha sempre poca voglia di rimetterci piede.

Dice di voler fuggire da questa società, eppure i suoi scritti vivono molto nella città abitata. Magari nei bassifondi più oscuri ma, per quanto surreali, possibili.

Nessuno può distaccarsi totalmente dalla società globale. Per quanto uno possa provare a rifugiarsi è praticamente obbligato a tornarci di tanto in tanto, anche solo per l’ispirazione. (Sorride N.D.R.)

Non crede che il genere pulp pregno di violenza sia ormai inflazionato?

Io scrivo quello che la gente cerca di più,o meglio, quelle cose che più attirano la nostra curiosità ma che non abbiamo il coraggio di manifestare. Ogni volta che guardiamo un telegiornale o apriamo un quotidiano veniamo messi al corrente di crimini efferati, di violenze: madri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori e così via. La violenza convive con l’uomo fin dalla sua nascita. Come può inflazionarsi qualcosa che ha sempre fatto parte dell’uomo stesso. Può forse inflazionarsi il bisogno di respirare?

Così lei sostiene che la violenza è presente e inscindibile nell’uomo come il bisogno di respirare?

Io racconto soltanto quello che vedo quotidianamente. In fondo una parte del cervello umano è eredità dei rettili. Proprio quella parte del cervello che “genera”, diciamo così, la natura violenta dell’uomo. La storia stessa ci racconta che non esiste popolo che non ha fatto ricorso alla violenza e se qualcuno ha provato a frenare questo aspetto si è semplicemente estinto.

Jack Lombroso è davvero questa figura oscura e misteriosa o è solo il personaggio interpretato da uno scrittore.

La maschera la mettiamo tutti. I miei racconti sono una buona parte di realtà unita ad un pizzico di pepe per renderne più accattivante la lettura. Nessuno scrittore scrive solo di realtà vissute. Nessuna vita su questa terra è così interessante da essere raccontata ad altri. Per quanto riguarda il fatto che molti mi ritengono un personaggio oscuro posso solo dire che non è oscuro quello che sta al di fuori della luce del sole.

Cosa ci dice di questo lavoro con il signor Macini? Come ha vissuto questa esperienza e sarà possibile una nuova collaborazione tra lei e Macini?

Beh, credo che il web renda possibile certe cose, intendo la collaborazione a distanza. Personalmente ritengo che questa esperienza possa essere l’esempio di come due persone totalmente diverse possano comunque collaborare in maniera costruttiva tra di loro, in modo totalmente libero e tollerante, cosa che la maggior parte delle persone cosiddette sane non riescono neanche a comprendere. Comunque l’esperienza è stata piacevole, e se le nostre strade si incontreranno di nuovo potremo provare ancora a costruire qualcosa insieme.

Ci vuole rivelare qualcosa riguardo al vostro libro? Sarà pubblicato a breve, se non vado errato.

Si, forse addirittura prima della fine dell’anno. S’intitolerà “Raptus Interruptus e altri schizzi di quotidianità”, e verrà pubblicato naturalmente dalla Edizioni Willoworld. Conterrà anche il romanzo breve “il seme dell’odio”.

L’ultima domanda mister Lombroso. Cosa vorrebbe ci fosse scritto sul suo epitaffio?

Vi odio tutti.

MISTIKA

di Jonathan Macini

Mistika, si faceva chiamare, ma era solo una sceneggiata notturna, il gioco di una ghotic-girl, pensavo. Beh, mi sbagliavo…
– Cosa bevi? – le chiesi, avvicinandomi al tavolo.
– Essenze… – rispose, sillabando lentamente.
Ho capito, mi dissi. Questa è completamente andata. Tempo un’ora e sederà sul divano in similpelle, quello di casa mia. Quello su cui si siedono tutte.
Fu lei invece ad invitarmi a casa sua.
– Accomodati sul letto. Arrivo subito… – Sparì nel bagno. La sentivo bazzicare con degli oggetti. Spazzole, cosmetici, pensai. Anche qui mi sbagliavo.
Poi udii distintamente il suono della pietra pomice.
Presi il volo! 

101 Parole

IL SEME DELL’ODIO – Intervista a Jonathan Macini

In occasione dell’uscita del romanzo breve “Il Seme dell’Odio”, una straordinaria collaborazione tra Jonathan Macini e Jack Lombroso, Willoworld ha intervistato uno dei protagonisti della Giostra di Dante, il gioco di ruolo dei poeti e degli scrittori. Macini ha già pubblicato due libri, Le Rivelazioni di Giovanni Meraviglio (un viaggio introspettivo diviso in tre atti) e il recente Sebastian Claw e altri racconti. Questo lavoro, che verrà presentato su questo stesso blog il 31 ottobre prossimo, è stato portato a termine nell’arco di un mese e mezzo, in un’intensa collaborazione on-line tra i due autori, che non si sono mai conosciuti. Non è vero, Jonathan?

Infatti. Un esperienza nuova che ha dato dei risultati insperati. Incredibile quello che è possibile fare con le nuove tecnologie della comunicazione.

Sembra che in rete sia diventata una pratica molto comune, in campo artistico, collaborare a distanza. Era la prima volta per te?

Si, lo era. Ma spero di poterlo fare ancora. La Giostra di Dante e le altre piattaforme di Willoworld lasciano molto spazio a questo tipo di esperienze.

La domanda che si chiedono tutti è ovviamente, com’è questo Jack Lombroso? Di lui si sa poco o nulla. È davvero quel personaggio oscuro di cui molti parlano?

Beh, non posso dirlo con sicurezza. D’altronde non l’ho mai incontrato di persona. Ho scambiato qualche e-mail, l’ho sentito un paio di volte al telefono e in chat. Di solito mi contatta da posti strani, internet café, cabine (le ultime rimaste). Gira molto. Un giorno è Milano, quello dopo è a Monaco, e poi Londra, Edimburgo. Ho fatto fatica a stargli dietro. Comunque è un tipo sicuramente fuori dalla norma.

Infatti. Ormai Jack Lombroso è diventato una piccola leggenda. I suoi racconti sono dei veri e propri omaggi a Bukowski e Tarantino. Sarà anche così per questo lavoro a quattro mani?

Beh, anche io devo molto a quei due nomi, ma credo che ci siamo distanziati dai tipici soggetti di cui abbiamo parlato nelle altre storie. Sarà una sorpresa, vedrete…

Non ci anticipi niente?

Si tratta di un lavoro di fantasia, nella maniera più classica, ma che affronta un argomento anche troppo reale, la guerra. Troverete delle scene molto violente, tipiche dei miei ultimi racconti chtuloidi e di quelli di Jack. C’è una scena scritta da me nel terzo capitolo di cui vado molto fiero. Diciamo che mi è quasi scappata di mano…

In che senso?

È forse la scena più forte che abbia mai scritto. Speriamo di non venire censurato dalla Giostra.

Adesso mi hai messo addosso molta curiosità… Comunque, vedremo tra qualche giorno di cosa si tratta. C’è rimasto ancora qualcosa da fare oppure è già finito?

Ancora qualche dettaglio, ed il si definitivo di Jack, che deve ancora rileggere l’ultima correzione. Poi Charles Huxley si occuperà della locandina per la pubblicazione.

Infatti. L’opera avrà una pagina personale, consultabile interamente, potrà essere scaricata in formato PDF e verrà anche presentata sul sito I Silenti a capitoli. Non vediamo l’ora.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Non so ancora. Mi darò qualche settimana di pausa e poi vedrò. Ho in mente un paio di interventi per 101 Parole, forse addirittura nei prossimi giorni. Per il resto, sono contentissimo dell’ultimo libro. Finalmente Sebastian Claw ha visto la luce.

Infatti. Era una tua vecchia idea, vero? Come è stato rimettere mano ai vecchi lavori?

È stato come fare un viaggio nel tempo. Rileggendo gli appunti ho rincontrato la gente del passato, amici collaboratori, persone che non vedo più da una vita. È stata una bella esperienza, come con Giovanni Meraviglio. Pubblicandolo ho chiuso un importante capitolo della mia vita. E lo steso vale per Claw.

Le cose nuove che hai scritto hanno molto a che fare con il cyberpunk. Addirittura mischi la mitologia Lovercraftiana, a te molto cara, con Gibson. Andrai avanti su questa strada?

Penso di si. Se continuerò a pubblicare per la Edizioni Willoworld, che ha già presentato i lavori di Grezzo Illusivo, scriveró altri racconti in questo stile. Penso che il genere Cyber-Chtulhu sia da esplorare il più possibile.

E allora speriamo di leggere presto nuove storie!
Grazie a Jonathan Macini. Speriamo di farvi conoscere anche Jack. Stiamo cercando di contattarlo per un intervista, ma è davvero molto schivo.
L’appuntamento è per il 31 ottobre 2008 con IL SEME DELL’ODIO, un romanzo breve a quattro mani di Jonathan Macini e Jack Lombroso.
NON PERDETELO!

IL SIGNORE DELLA FORESTA

di Aeribella Lastelle

Nella notte buia arranco, io anima di un mondo dietro il drappo, cerco la risposta, l’indizio, il mezzo per dissolvere il dubbio. Nella foresta mi addentro, tra gufi, lupi e altre creature, i rovi graffiano le mie braccia nude, ma continuo, indomita proseguo il mio cammino.
Volgo lo sguardo al cielo, cerco la luna, un ritaglio di via lattea, una luce amica. Ma le fronde degli alberi sono diventate l’opprimente volta di una galleria. Intravedo appena il cielo, il resto è buio, olio nero che mi scivola addosso, che ottura i miei sensi e mi avvolge soffocandomi. La foresta è tutto quello che ho, tutto quello che mi è rimasto. Sarà lei che deciderà cosa farne di me, se lasciarmi vivere o morire, rinascere o soffrire. Eccomi, sono tua. Continua a leggere

MADRE E GIUSTIZIERA

di Jonathan Macini

La Terra parla.
Colui che riuscirà ad ascoltarla, ad afferrarne i segni, a carpirne il significato, rivelerà il mio segreto. Nessuna giustizia divina. Tutto torna alla Terra, ed è lei la grande madre, figlia, sposa, regina e giustiziera.
Ho ucciso una donna due giorni fa. L’ho uccisa perché si era negata a me. Poi l’ho messa in un sacco di plastica ed ho guidato fino al bosco. Ci è voluta un’intera notte per scavare una buca abbastanza profonda. Pensavo di averla fatta franca, invece…
Il bosco ho visto tutto.
La Grande Madre sa chi è il colpevole.
Tutto torna a lei…

101 Parole

AMBRA

di Michele Boccaccio

La foresta vestita di rugiada scintillava alla luce del sole appena sorto. Filtrava tra i rami, irrompendo attraverso le foglie, rimbalzando sull’erba in bagliori accecanti. Il tumulto della vita risiedeva in quei riflessi. Il giorno iniziava insieme ad un milione di vite, esistenze all’apparenza insignificanti, ma il grande druido sapeva che tutto faceva parte di un disegno: il disegno della Madre Suprema. Continua a leggere

MARIA

di Gano

di Gano

Due fari strappano le tenebre del vialone, quello su cui passeggiano gli angeli.
La macchina accosta. Si ferma. Eccola, finalmente!
Maria scende dall’auto, nera divinità della notte, adorna di bianche calze. Mi avvicino timido. Le dico…
“Stanotte ho bisogno di te, Maria. Andiamo a casa mia?”
Mi sorride, ma non ha voglia di parlare. Spesso mi racconta dell’africa, di come brillano le stelle. Tutta un’altra cosa…
“C’è qualcosa che non va, Maria?” domando.
Lei mi abbraccia. Mi regala un singhiozzo e una lacrima, qualcosa d’infinitamente più prezioso di quello che è solita donarmi.
“Andiamo a prendere un caffè, dai. Offro io…”

101 Parole

ROBERTA

di Jonathan Macini

Roberta, invincibile e bella. Le tue mani così candide, delicate, complici le tue cremine del cazzo…
Ti è sempre piaciuto l’arazzo peruviano, quello appeso in salotto. Adoravi quei colori caldi, l’arancione, il giallo, il vermiglione. Te lo avvolgo addosso, così non prendi freddo. Perché in fondo al canale fa molto freddo sai…
Ti rimangono fuori i piedini. Che peccato!
Roberta, lo sai quanto ti ho amato. Gli altri non significano niente.
Allora mi verso del vino.
Tra poco farà buio.
Ti ricordi il ponte di ferro, dove c’incontrammo per la prima volta?
Andiamo là, che ne dici? C’è una bella vista…

101 Parole