di Aeribella Lastelle
C’era una volta un drago, grosso come una collina e rosso come il sole al tramonto. A differenza dei suoi simili, che amavano fare razzie e bruciare villaggi, lui se ne stava nella sua grotta, lontano dagli affari degli uomini. Usciva di rado e solo per cacciare.
Un giorno un cavaliere entrò spavaldamente nella sua tana, perché lo credeva il responsabile di alcuni incendi scoppiati vicino al suo castello.
– Mostro sputa-fuoco, è arrivata la tua ora! – urlò gettandosi con la spada in pugno sull’enorme corpo del drago dormiente.
– Ma veramente io… – provò a dire il drago, svegliandosi di soprassalto, ma purtroppo il fendente era già partito.
Mentre esalava gli ultimi respiri, la gigantesca lucertola disse al cavaliere: – E pensare che per paura del fuoco non ho mai usato il mio soffio, e adesso muoio per una colpa non mia. Che strano destino per un drago…
Il cavaliere sentì che il drago stava dicendo la verità, ma non provò rimorso. Dopotutto era sempre un drago, anche se innocente. Raccolse il suo tesoro e si avviò verso l’uscita della grotta.
– Aspetta uomo. Non lasciarmi così. La tua ferita potrebbe metterci delle ore prima di richiamare l’oscura signora. Finiscimi, ti prego…
Il cavaliere si voltò, fece una smorfia e disse: – Non è un mio problema… – Poi se ne andò.
MORALE: Quando vogliono gli uomini sanno essere cento volte più spietati dei Draghi.