LO SPETTACOLO DI SPYRA PER IL CAOS

Spyra

di Jonathan Macini

Un demone l’aveva ribattezzata Spyra, e quello era adesso il suo nome. La via oscura parrebbe la più facile, ma sono molti i sacrifici che attendono colui che desidera entrare nella cerchia dei prescelti, e guardare oltre il velo dell’oblio, là dove la morte muore e qualcosa di orribile ed eterno incomincia.
La donna attraversava i corridoi del tempio con una torcia in mano. Portava i capelli sciolti, neri e lunghi fino alla vita, e aveva indosso soltanto una veste leggera, blu scura, che le ricadeva sulle forme prosperose, grossi seni dai turgidi capezzoli e fianchi sensuali. Conosceva tutti gli aspetti di quel rituale. Le prime volte che se n’era servita era stata male, ma il ricordo dell’umiliazione e del dolore era ormai stato riposto in quei cassetti della mente che un mago deve sapere tenere ben chiusi. Continua a leggere

EREDITÀ SEGRETA

Ereditá segreta

di Aeribella Lastelle

Tullia si lasciò cadere dallo scivolo, col sole in faccia che le rubava il sorriso. Atterrò sulla sabbia e si rialzò in piedi di scatto, perché la sua amica Chiara stava venendo giù. Ebbe una breve sensazione di vertigine e avvertì qualcosa di caldo e bagnato. Il primo pensiero, il più imbarazzante, fu che si era fatta la pipì addosso. Ma c’era qualcosa di strano…
Allungò le dita sotto la gonnellina di fiori, sfiorando una patina umida che ricopriva le mutandine. Quando si guardò i polpastrelli trattenne un urlo e scappò via. Le amiche erano troppo sorprese per correrle dietro.
Sua madre l’aveva avvertita che sarebbe successo. Ormai aveva dodici anni compiuti, e le ragazze a quell’età diventavano donne, o almeno così si diceva dalle sue parti. A Chiara ad esempio erano venute un mese prima, ed era stata una mezza tragedia. A scuola si era data per malata, e ai giardini non si era vista per una settimana. Quando Tullia la rivide sembrava davvero cambiata. Che strano che era il corpo delle ragazze, aveva pensato. Continua a leggere

ANGELO TRADITORE

“E se alla fine del tuo lungo cammino incontrerai un angelo che ti sbarrerà la strada, per quanto tu possa desiderare di abbondare le tue stanche membra al suo abbraccio, dovrai combatterlo. Userai la tua lama affilata per recidergli le ali ed abbatterlo. Questo è il destino di un grande guerriero.”
Felix calò la scure nel petto della creatura di luce. Un dio vide quel gesto, ma aspettò a giudicarlo.
Esistono angeli traditori, ed il Bene, tra gli intrighi degli uomini, può diventare Male.
Quando la donna guerriero raggiunse i confini del mondo reclamando agli dei il suo premio, nessuno obbiettò.

101 Parole

L’ULTIMO GIORNO DI ATLANTIDE

Nel giorno in cui gli Alti Sapienti rivelarono al popolo di Atlantide il segreto dell’immortalità, dal cielo scesero gli angeli.
«Questo non vi è concesso» dissero.
«Perché?»
«Perché non potete fare aspettare in eterno i vostri amati defunti…»
E allora la terra sotto gli oceani si spaccò, e il mare insorse in onde alte come le montagne.
«Il segreto che avete esposto tornerà negli abissi, e voi lo seguirete.»
Gli angeli tornarono in cielo, le urla si alzarono dai palazzi e dalle torri d’avorio, l’acqua si riversò lungo le strade delle città, sommergendo ogni cosa.
Quello fu l’ultimo giorno di Atlantide.

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UNICORNI E ASTRONAVI

Corro, la terra sotto i piedi scalzi, le foglie umide e il muschio, rametti, frasche, e il profumo di humus. Corro, la testa mi scoppia, il sentiero diventa impervio ma procedo artigliando la terra, afferrando radici, trascinando le membra. Corro, nell’euforica danza, ascoltando il richiamo, celebrando la Madre.
Nella radura mi fermo, sono arrivata. Davanti si erge l’Unicorno, eterno e meraviglioso. Mi guarda ed io lo guardo, e allora so…
…so che la canzone è già finita, ma ne incomincia subito un’altra. Adesso viaggio tra le stelle su una astronave a forma di cannolo, e il tempo è solo un gioco…

101 Parole

SUITE DELLA FANCIULLA DELLA FONTANA

fanciulla-fontana

di Aeribella Lastelle

I. Reietto

Schiavo della sua magia
Egli si duole dell’angoscia da essa arrecata
Chiuso nella sua torre distante
Reietto egli è
E poi un tormento lo assale
Ogni notte puntuale
Il sogno di quel remoto giardino
Bellezza e incanto i suoi contorni.

Ogni volta egli lo attraversa
Ne ammira i suoi squisiti disegni
Prati dagli infiniti colori
Pergolati in fiore
Roseti eternamente profumati
Fino a raggiungere
La Fontana al centro di esso.
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IL SIGNORE DELLA FORESTA

di Aeribella Lastelle

Nella notte buia arranco, io anima di un mondo dietro il drappo, cerco la risposta, l’indizio, il mezzo per dissolvere il dubbio. Nella foresta mi addentro, tra gufi, lupi e altre creature, i rovi graffiano le mie braccia nude, ma continuo, indomita proseguo il mio cammino.
Volgo lo sguardo al cielo, cerco la luna, un ritaglio di via lattea, una luce amica. Ma le fronde degli alberi sono diventate l’opprimente volta di una galleria. Intravedo appena il cielo, il resto è buio, olio nero che mi scivola addosso, che ottura i miei sensi e mi avvolge soffocandomi. La foresta è tutto quello che ho, tutto quello che mi è rimasto. Sarà lei che deciderà cosa farne di me, se lasciarmi vivere o morire, rinascere o soffrire. Eccomi, sono tua. Continua a leggere

AMBRA

di Michele Boccaccio

La foresta vestita di rugiada scintillava alla luce del sole appena sorto. Filtrava tra i rami, irrompendo attraverso le foglie, rimbalzando sull’erba in bagliori accecanti. Il tumulto della vita risiedeva in quei riflessi. Il giorno iniziava insieme ad un milione di vite, esistenze all’apparenza insignificanti, ma il grande druido sapeva che tutto faceva parte di un disegno: il disegno della Madre Suprema. Continua a leggere

LA MALEDIZIONE DI MUM

Clikka la mappa per farla girare!

di Aeribella Lastelle

Il cavaliere si avvicinò al grande sacerdote. La sua armatura di piastre dorate rifletteva la luce sanguigna dei bracieri del tempio. L’ascia riposava muta al suo fianco. Presto avrebbe urlato canzoni di morte. Due occhi azzurri lampeggiavano sotto l’elmo. La sua voce era grave, alterata dal metallo.
«Sono pronto.»
Il sacerdote, adornato da sgargianti vesti viola, fece un passo verso di lui. Nel silenzio opprimente del tempio, il fruscio di quelle vesti pesanti si mescolò allo sfrigolio dei bracieri. Due occhi abissali e neri fissarono il cavaliere dorato. Una voce gracchiante e atonale parlò. Continua a leggere

FANTASY BLUES

Fantasy Blues

di Aeribella Lastelle

Solitario sul palco, Timoty evocava le arie di Gato Barbieri, comodamente seduto sullo sgabello di legno. Le luci del pub erano soffuse, il sax viaggiava lontano, la birra era fresca e nell’aria si avvertiva il profumo delle candele di citronella, sparse un po’ ovunque sui tavoli. Le finestre naturalmente erano aperte. Quel giorno alle una il termometro aveva toccato i quarantadue gradi. Molti se ne erano andati al lago, a cercare un po’ di refrigerio. Gli altri erano seduti ai tavolini del Carpe Diem, l’unico pub del villaggio, e ascoltavano il sax del vecchio Timoty.
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